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A Milano nasce il primo social market per famiglie in difficoltà


Potere entrare in un negozio e comprare ciò che serve, anche se si è in un periodo di difficoltà e continuare a compiere un gesto che sa tanto di normalità: è forse questo lo spirito profondo del Social Market. Un’idea dell’associazione “Terza settimana”,che nel giro di poco tempo è diventata realtà: da cinque mesi presente a Torino, appena inaugurata anche a Milano in locali confiscati alla mafia e messi a disposizione dal Comune.

Le famiglie in difficoltà possono comprare nel negozio a prezzi molto scontati o addirittura gratis: un aiuto che serve più che mai.A Milano le richieste di sostegno al reddito sono più che triplicate nell’ultimo anno. Il negozio di alimentari, in via Leoncavallo 12, è realizzato senza costi aggiuntivi per il Comune grazie alla partecipazione di numerosi sponsor: MilanoRistorazione che ha messo a disposizione in via Sammartini una cella frigorifera per frutta e verdura; la falegnameria ESSE 81 che ha donato un bancone su misura; IPER La Grande I che ha concesso di acquistare i beni a prezzo di costo alla stessa piattaforma dove si rifornisce e il grossista di Torino Ortobrache regalerà frutta e verdura. Insieme a loro anche numerosi cittadini che grazie a un tam tam sui social network hanno donato l’equivalente di 400 spese da 20 euro ciascuna.

Non si ha un accesso pubblico diretto nel negozio, ma solo su segnalazione dei servizi sociali del Comune o degli altri enti coinvolti nel progetto. Social vuol dire anche che, magari, gli stessi clienti possano diventare volontari nel negozio per aiutare altre persone nelle stesse condizioni.

Nel negozio lavoreranno una trentina di volontari dell’associazione Terza Settimana e con loro anche i dipendenti e gli avvocati dello studio legale internazionale Clifford Chance con sede a Milano che si è impegnato a coprire i turni di due lunedì al mese. La ricerca di volontari è sempre aperta, chi vuole dare una mano può segnalare la sua candidatura a info@terzasettimana.org.

Arrivano già a quota 130 i beni confiscati alle mafie e trasferiti dallo Stato al Comune di Milano. Tranne gli ultimi 5 (4 box e un negozio con laboratorio e cantina), sono stati tutti assegnati attraverso 5 bandi a partire dal 2009. Altri 15 saranno messi a bando nei prossimi mesi. Questi beni, in passato base per attività illecite legate al traffico di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione, all’usura e al riciclaggio di denaro sporco, sono ora utilizzati per attività di sostegno a persone fragili e in difficoltà.

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