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CHE COSA PUÒ FARE L’ITALIA PER I RUSSI CHE COMBATTONO PER LA LIBERTÀ?

Negli ultimi decenni siamo stati la destinazione preferita dei più compromessi oligarchi russi. Ora abbiamo l’occasione di accogliere ben altro tipo di Russi: coloro che mettono a rischio la propria vita per dissentire dal regime di Putin, che rischiano persecuzioni perché hanno espresso dissenso o organizzato manifestazioni, perché si sono sottratti alla leva obbligatoria, perché LGBT+.


Ho presentato una proposta di legge per rendere possibile per loro chiedere e rinnovare permessi di studio e di lavoro, senza bisogno di rientrare in Russia per farlo (come è la norma per adesso), velocizzando e facilitando il processo di accoglienza rispetto a tortuose procedure di richieste d’asilo.


Per preparare il percorso della legge, ho chiesto al Ministero dell'Interno quanti cittadini russi hanno chiesto asilo o permessi di studio o lavoro in Italia. In risposta alla mia interrogazione hanno spiegato che dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina sono state inoltrate 1.005 richieste d’asilo, di cui 199 accolte e 78 rifiutate. Tutte le altre rimangono ancora da visionare (che vuol dire non poter lavorare né spostarsi fino al riconoscimento del diritto d’asilo, con minimi sostegni economici). Sono poi stati rilasciati 987 permessi di soggiorno per motivi di studio e 25 permessi di ricerca. Queste mille persone dovranno tornare in Russia per rinnovare i permessi, e rischiano così di essere vittime della leva obbligatoria o di persecuzioni ancora più gravi.


Questa risposta ci permette di capire il contesto, l’importanza e l’urgenza di questa proposta di legge, che è un primo passo di un percorso più lungo. Anche se in questi mesi il governo ha ridotto i diritti dei rifugiati, il Ministero dell’Interno sulla questione si è fortunatamente reso disponibile a collaborare. Adesso andiamo avanti perché sia questo l’aiuto dell’Italia alla Russia di domani, accogliendo le menti e le persone che la renderanno finalmente libera, aperta e democratica.

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