NON C'É ALCUNA CORSA AL RIARMO: INTERVISTA PER REPUBBLICA
- Lia Quartapelle
- 2 apr 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 ago 2022
"Bisogna dire come stanno davvero le cose."
E come stanno le cose?
"Contrapporre le bollette alle spese per la Difesa crea una confusione che va a discapito delle tantissime azioni che governo e Parlamento stanno portando avanti a sostegno di famiglie e imprese. L'unica accelerazione, dovuta alla guerra, è stata sulla misure per il caro energia, per ridurre il quale da novembre a oggi sono stati stanziati più di 20 miliardi. E invece, ascoltando alcune polemiche, sembra che non sia stato fatto niente. Non è così. È stato fatto molto e bisogna fare ancora di più."
Sta dicendo che sulle spese militari il M5S ha messo in atto una mistificazione?
"Forse avremmo tutti dovuto cercare di spiegare meglio la vicenda."
Conte però ha parlato di corsa al riarmo. Non le sembra improprio?
"Non c'è una corsa, né un riarmo. Il riarmo è quello della Germania, che ha stanziato 100 miliardi sul fondo nazionale degli armamenti, o della Francia, che ce ne ha messi 50. L'Italia ha invece in programma di investire circa un miliardo nel progetto di sicurezza europea. Un approccio totalmente diverso."
Quindi il capo del Movimento non ha capito o ha fatto solo finta?
"Io posso solo dirle come stanno le cose. Qui da noi non si accelera e si mantiene il trend degli ultimi anni, utilizzando il fondo ordinario del bilancio. Il ministro Guerini lo aveva detto già nel 2019 che non si poteva arrivare al 2% del Pil entro il 2024. Anzi quando nel 2014, premier Renzi, l'Italia sottoscrisse l'impegno in sede Nato, si mise a verbale che l'aumento si sarebbe fatto tenendo conto dei percorsi di crescita delle singole nazioni. Un principio di precauzione importante. Allora l'Italia era in una situazione diversa da quella del 2021: aveva un debito alto e una crescita stagnante. Quindi tenere insieme vincoli di bilancio ed esigenze di difesa avrebbe potuto richiedere più tempo. Come poi è avvenuto."
Ma allora se era già tutto scritto perché esasperare la polemica?
"Credo che il M5S sia attraversato da tensioni sul tema. Ripeto: l'essenziale è aver trovato una mediazione che ci consente di guardare avanti."
Loro si ascrivono il merito di aver fatto cambiare rotta al governo, che intende spendere 15 miliardi in due anni per le armi. È vero o no?
"Credo che sul punto ci sia stato un fraintendimento. C'era chi pensava che sulle spese militari si volesse accelerare. Chiarito che si prosegue sul percorso già deciso per arrivare al 2%, mi pare siamo tutti d'accordo sul fatto che le alleanze internazionali e per la difesa sono indispensabili e che avrebbe procurato un danno al Paese dare l'idea di fare retromarcia su impegni assunti da tempo."
Sulla collocazione internazionale il Pd era pronto a rompere la coalizione coi 5S. È tutto rientrato?
"La destra passa il tempo a litigare sulla prospettiva internazionale e non succede niente, fra di noi non c'é una unica frizione e veniamo dipinti in procinto di divorziare. L'alleanza fra noi e il M5S si basa su una certa idea di Europa e di mondo, nasce quando loro votano Von der Leyen presidente della Commissione Ue. E non mi sembra che abbiano fatto marcia indietro. Anzi, il punto di incontro sugli investimenti per la sicurezza europea stanno lì a dimostrarlo."
Non temete che quella di Conte sia l'inizio di una strategia per mettere in difficoltà il governo?
"In questi anni il M5S ha subito un'evoluzione: da movimento di protesta a forza di governo. Capisco le loro difficoltà ma sarebbe sbagliato deviare dalla serietà e responsabilità mostrate finora. È proprio quello di cui in questo momento c'é più bisogno."
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