La fascinazione, anche un po’ provinciale, per Putin non fa bene agli interessi nazionali.
Ecco perché penso che l’Italia abbia fatto bene a manifestare solidarietà con il Regno Unito e a rispondere in modo unitario insieme agli altri paesi occidentali all’aggressività russa dopo l’avvelenamento di Skripal.
Di seguito l’articolo che ho scritto per Democratica.
Non è restando fuori dal gruppo dei paesi occidentali per strizzare l’occhio a Putin che si rende l’Italia più forte.
La mossa di 24 paesi occidentali relativa ai diplomatici russi è stata “la più grande espulsione collettiva di agenti di intelligence russi della storia” come ha osservato con qualche punta eccessiva di compiacimento il ministro degli Esteri britannicoBoris Johnson. E’ stato anche un esempio notevole di solidarietà e di unità tra paesi occidentali, causato dall’avvelenamento della ex spia russa Skripal e di sua figlia in territorio britannico.
Una solidarietà giusta, dovuta in primis al gesto sfrontato dei servizi segreti russi, ma non scontata: l’iniziativa dell’espulsione è stata guidata da un lato dal Regno Unito della Brexit, dall’altro da quel Donald Trump che in un solo anno ha più volte disseminato mine vaganti nei rapporti transatlantici, dall’uscita dall’Accordo di Parigi alle minacce sui dazi. Due governi che in questo momento non hanno naturalmente la capacità di egemonia nel campo occidentale che i loro paesi hanno esercitato dal dopoguerra.
Per questo è giusto che l’Italia non si sia sottratta all’esercizio di unità: seppure il nostro paese ha sempre sostenuto che sulle questioni globali si debba parlare anche con la Russia di Putin, è per noi importantissimo farlo partendo da un fronte occidentale unito e assertivo. Essere parte del fronte di paesi che ha espulso dei diplomatici russi significa che il nostro paese, pur riconoscendo l’esigenza di un dialogo, non accetta l’atteggiamento di bullo del sistema internazionale che troppo spesso, dall’Ucraina alla Siria, la Russia di Putin ha tenuto.
La novità italiana è però che la Lega, seguita a ruota da Forza Italia, hanno denunciato la mossa come un errore da non ripetere. Il Movimento 5 Stelle, anche in considerazione dei rapporti consolidati con il partito Russia Unita di Putin, si è trincerato dietro un ambiguo “No comment”. Gli stessi Lega e Movimento 5 Stelle che nei recenti incontri con l’ambasciatore americano avevano invece ribadito il loro impegno a mantenere impegnata l’Italia nell’ambito della Nato.
Le dichiarazioni della destra e il silenzio del Movimento 5 Stelle fanno pensare che un eventuale governo di destra, del M5S o di una combinazione dei due avrebbe preso una decisione diversa, rompendo l’unità occidentale, con conseguenze anche sulla credibilità della politica estera del nostro paese. Siamo un paese molto esposto sul fronte internazionale: per ragioni geografiche, prima ancora che storiche, siamo esposti a tutte le ondate di instabilità che attraversano il Mediterraneo. Il Pil italiano deriva per il 30% circa dalle esportazioni. Alcuni dei ritardi strutturali della nostra economia possono essere affrontati solo dentro un quadro europeo. Per queste ragioni non possiamo permetterci, in nome di una fascinazione dell’uomo forte o di rapporti personali con Putin, di rompere il quadro di relazioni con l’occidente, l’Unione europea e la Nato che ci permettono di tutelare al meglio i nostri interessi nazionali. Non è restando fuori dal gruppo dei paesi occidentali per strizzare l’occhio a Putin che si rende l’Italia più forte. La avremo più piccola, più esposta e più fragile, anche nel dialogo con una potenza aggressiva e cinica come la Russia.
Comments