Basta con l’egoismo della Lega, anche sulle regioni. All’Italia non servono governatori che comandano di più ma regioni più efficienti, servizi più vicini ai cittadini e una migliore divisione di competenze con l’Europa.
Sul regionalismo differenziato ha ragione Beppe Sala: la proposta della Lega è una redistribuzione del potere che serve solo ai loro governatori, perché avranno più potere. Non è una nuova organizzazione del territorio e delle autonomie. In pratica, i governatori comanderanno di più ma non cambierà nulla per i cittadini. Alla miopia egoistica della Lega come Partito Democratico dobbiamo contrapporre (almeno) tre punti: – più chiarezza per l’assetto istituzionale, dai Comuni all’Europa. Spostare i servizi, le risposte ai bisogni immediati, alla cura della persona sempre più vicino ai cittadini, cioè al livello dei comuni e delle città; mentre le politiche fiscali, del lavoro e le decisioni sulle grandi reti di trasporto transnazionali devono essere prese sempre più a livello dell’Unione Europea; – più efficienza, in linea con quanto previsto dall’art. 116 della Costituzione. Invece di chiedere più soldi per le regioni del centro-nord perché tanto si sa che altre regioni sprecano e amministrano male, si deve pretendere più efficienza da parte di queste ultime. In Italia dobbiamo imparare a usare meglio le risorse che ci sono, perché se ci sono regioni amministrate male, nelle quali le politiche pubbliche non servono a risolvere i problemi, esse diventano un fardello per tutta la nazione. Le regioni che amministrano bene devono diventare un modello per le altre; – più autonomia. Regioni diverse hanno esigenze diverse, così come è assurdo trattare gli oltre 8mila comuni italiani come se avessero tutto le stesse dimensioni. Serve una legislazione all’altezza della sfida di liberare le risorse e potenzialità dei territori, differenziando le situazioni e togliendo lacci e lacciuoli di una legislazione fatta a livello centrale pensando a tutte le regioni e che poi non va bene per nessuna.
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