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BASTA PATRIARCATO? PARTIAMO DA QUI

È passata una settimana dalle piazze che, in tutta Italia, chiedevano un impegno quotidiano contro la violenza sulle donne e per la parità. Sabato scorso il tempo sembrava essersi fermato e sembrava proprio il momento perfetto per cambiare.

Da dove si può partire allora? Usiamo la forza di quelle piazze per affrontare la disparità enorme che esiste tra donne e uomini che fanno figli, che obbliga le prime a interrompere le loro carriere mentre i secondi a non avere alcuna conseguenza in termini di penalizzazione di carriera.

Le donne si assumono più direttamente i compiti di cura: su dieci genitori che lasciano il lavoro per stare a casa con i figli, otto sono donne. Questo ha un impatto sui tassi di occupazione. Tra chi ha un figlio: le donne lavoratrici sono il 61,3%, gli uomini lavoratori l’87,9%. Il divario aumenta al crescere del numero di figli: le donne occupate con due figli sono il 57%, gli uomini l’88,7%.

Questi dati certificano che se i figli si fanno in due, quando c’è da crescerli se ne fanno carico soprattutto le donne. Servono politiche che aiutino da subito le famiglie a dividersi in modo più equo l’impegno di essere genitori: più nidi, più tempo pieno, e il congedo di paternità paritario.

In Italia infatti il congedo di paternità previsto è di soli 10 giorni, uno dei più bassi in Europa. Nella scorsa legislatura avevo già depositato una proposta di legge per istituire in congedo dì paternità obbligatorio e retribuito. Anche come Partito Democratico , nella contromanovra di bilancio presentata per il 2024 da Elly Schlein  è contenuta una proposta per un congedo dì paternità di 5 mesi retribuito al 100% e non trasferibile tra i due genitori. Dopo le manifestazioni del 25 novembre, partiamo da qui.

[Crediti per l'immagine a ROBA DA DONNE]

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