Di fronte alle notizie e alle immagini di ieri a Gaza, se Netanyahu avesse una strategia diversa da quella che ha - cioè la guerra infinita - fermerebbe le operazioni dell’esercito.
La dinamica esatta che ha portato ai 112 morti deve essere chiarita con una indagine indipendente. In ogni caso da quelle immagini è evidente che la situazione dei civili di Gaza, senza cibo, al freddo, sotto i bombardamenti israeliani da 5 mesi, è disperata; che non c’è autorità palestinese, israeliana o delle Nazioni Unite in grado di gestire senza incidenti la complessità delle operazioni umanitarie in queste condizioni. E che qualsiasi operazione verrà fatta dall’esercito israeliano a Rafah, sarà molto peggio - ed è difficile immaginarlo- di quanto accaduto finora. Non c’è più modo di gestire la popolazione civile stremata, ormai al lumicino.
Le azioni di Netanyahu non hanno più obiettivi militari chiari e raggiungibili, e mancano totalmente di una strategia per il dopo. Ufficiali israeliani continuano a dire che UNRWA l’agenzia dell’ONU per i rifugiati va chiusa: le immagini di ieri mostrano quanto sia cieco non avere idea di chi gestirà la popolazione civile di Gaza. L’unica cosa che il premier israeliano sta ottenendo in queste ore è quella di isolare Israele internazionalmente.
Hamas va sconfitta anche con una strategia politica, non è possibile eradicarla con una guerra infinita. Netanyahu è il primo ministro, è lui il responsabile in ultima istanza delle scelte di questi giorni e delle prossime ore. Serve un cessate il fuoco umanitario, una strategia per il dopo e la liberazione degli ostaggi.
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