E se i sindaci governassero il mondo? E’ la suggestiva provocazione lanciata da Benjamin R. Barber, professore e politologo americano, che, nel suo ultimo libro, ipotizza un mondo governato in una logica bottom-up, che parte dalle domande dei cittadini e dall’istituzione di un Parlamento mondiale delle città. Questa proposta, certamente visionaria, ci è di stimolo per ricercare nuovi modelli di governance, più vicini ai bisogni di tutte quelle istanze civiche che ripongono nei sindaci, e nelle amministrazioni locali, forti aspettative di cambiamento. L’Europa individua le aree metropolitane quali principali motori di sviluppo che, grazie ai mutamenti economici, sociali ed istituzionali in corso, potranno avere un ruolo decisivo nel delineare una nuova prospettiva per il rilancio delle economie locali. Come spiega anche Enrico Moretti, professore di economia a Berkley, nel suo testo “La nuova geografia del lavoro”, alcuni fattori quali formazione, conoscenza e sviluppo di città hi-tech ad altissima conoscenza possono rappresentare la via maestra per superare la crisi puntando su “ingegno, iniziativa, capitale umano, ecosistema produttivo”.
Quale realtà territoriale in Italia – se non la futura città metropolitana di Milano – può essere la più adatta per la sperimentazione concreta di queste tesi? Da un lato la vocazione nazionale della grande Milano ad essere l’area innovativa di trazione economica dell’Italia, dall’altra l’occasione di Expo che ci permette di riflettere sul ruolo di Milano nel mondo, sono un’occasione per elaborare una prospettiva di sviluppo metropolitano di lungo periodo, che sia anche un’agenda di lavoro per tutte le forze riformiste della città.
Il Partito Democratico metropolitano di Milano vuole farsi promotore di questa sfida: vogliamo individuare una visione supportata da obiettivi strategici attraverso un documento di indirizzo politico, un City Act. Fiscalità locale, commercio, turismo, pianificazione territoriale, messa in rete del sistema universitario, semplificazione amministrativa sono solo alcuni dei temi affrontati nel documento, che sarà poi la base per svilupparli sia con proposte di natura locale che con provvedimenti legislativi nazionali.
Il City Act è una proposta programmatica che consente di anticipare i cambiamenti, discutere di visione e vocazione innovative per la nostra metropoli e che, partendo dai poteri in capo al Commissario straordinario, possa contribuire a declinare le competenze in capo al futuro Sindaco metropolitano e a pensare al dopo Expo come occasione di rilancio economico. A questo riguardo, una delle proposte del documento intende, mantenendo legami economici con i Paesi in via di sviluppo, istituire aree a burocrazia e tassazione zero al fine di attrarre attività d’impresa innovative, in grado di rilanciare Milano come hub internazionale del mercato italiano.
Discuteremo del City Act il 31 marzo, con esponenti di Governo e del Partito nazionale, proponendo una visione di città metropolitana che, arricchita da nuove autonomie e competenze, anche in assenza di ulteriori fondi statali, sarà in grado di avviare una nuova stagione di rinascimento ambrosiano e quindi di rilancio dell’Italia.
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