Scherzando (ma non troppo) si potrebbe dire che di questi tempi, chi si mette a disposizione per i ruoli di partito ha una qualche vocazione alla santità. I problemi e le fratture da ricucire sono tante, le risorse non abbondano, e ci vogliono tanta energia, idee e entusiasmo per mettersi a rigenerare il PD anche a livello locale. Al congresso di Milano Metropolitana che si terrà domenica il candidato che voterò Santo lo è, di nome e di fatto.
Sostengo Santo Minniti - Presidente Municipio 6 perché apprezzo il coraggio con cui ha voluto discutere delle sue idee in un congresso trasparente e aperto. Con la sua candidatura ha fatto saltare l’unanimismo di facciata di un accordo tra pochi capicorrente e ha reso onore all’aggettivo “democratico” del nostro nome. E’ restando in linea con i nostri valori, anche quando è più difficile, che si fa il bene della comunità di cui si fa parte.
Grazie alla sua candidatura Minniti ci ha permesso in queste sei settimane di discutere insieme di politica, del futuro del nostro partito a Milano e in tutta l’area metropolitana. Ha sottolineato come anche a Milano sia necessario un partito che faccia maggiormente da pungolo all’amministrazione su tanti temi, a partire dalla questione stadio (ha proposto che il Piano Strategico di Milano metropolitana non preveda più di due stadi, evitando di lasciare il Meazza come una gigantesca infrastruttura inutilizzata); sulle politiche per la mobilità e l’ambiente (quando Santo sarà segretario, il PD chiederà alla giunta di Milano di procedere più spedita sulla città a 30 all’ora, e di coordinare meglio con i comuni della provincia le politiche del traffico); sul superare la legge Delrio e fare la città metropolitana: sono tutti ottimi punti di partenza per ridare slancio alle nostre amministrazioni.
Infine, in un’epoca politica di slogan e approssimazione, apprezzo molto che Santo Minniti abbia scelto di affiancare a ogni parola d’ordine del suo programma le proposte su come realizzarle. Non è rimasto sul generico: quando ha detto partito femminista ha spiegato che vuole introdurre il metodo di discussione e selezione che ha permesso ai Verdi tedeschi di diventare un partito realmente paritario; quando ha proposto la sua idea di partito dei territori si è impegnato a scegliere la nuova segreteria con le zone in cui è divisa l’area metropolitana, non con i capicorrente; si è interessato da vicino ai circoli piccoli che vivono una reale difficoltà nel continuare a fare politica.
Il PD di Milano metropolitana ha bisogno di coraggio, chiarezza nelle proposte, concretezza, che sono le caratteristiche della candidatura di Santo Minniti.
Domenica alla chiusura delle urne avremo anche una nuova segretaria regionale, Silvia Roggiani, e una coordinatrice delle donne di Milano metropolitana, @Elena Carta. Anche a loro auguro buon lavoro.
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