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LE MOLESTIE DI GARDALAND

“Eravamo circondate. Il caldo ci asfissiava, alcune di noi sono svenute. Cercavamo un controllore senza trovarlo, ci palpeggiavano il sedere e altre parti del corpo. E ridevano di noi.” Queste sono le parole di una delle cinque giovani ragazze che hanno denunciato le molestie verbali e sessuali subìte lo scorso 2 giugno su un treno regionale Verona-Milano da parte di un gruppo di trenta ragazzi.


Il padre di un’altra di loro ha raccontato di come i treni fossero vecchi e senza telecamere, di come ci sia stato un rimpallo di responsabilità tra polizia ferroviaria e polizia locale quando le ragazze hanno chiamato per chiedere soccorso dal treno e di come nessuno sia intervenuto mentre i ragazzi salivano sul treno ubriachi, probabilmente provenienti da un raduno a Peschiera che era stato organizzato nei giorni precedenti su TikTok, nel corso del quale molti partecipanti hanno avuto scontri con la polizia e hanno dato inizio a risse o violenze varie.


Questi fatti dimostrano ancora una volta quanto la cultura della violenza di genere sia dilagante e pericolosa nel nostro paese e di come all’indignazione e alla denuncia pubblica dei fatto raramente facciano seguito indagini accurate e azioni per far sentire le donne a proprio agio.

Per non limitarsi all’indignazione e lavorare per sradicare la cultura dello stupro e della sopraffazione contro le donne è invece importante fare una fotografia della situazione attuale, tramite la raccolta dei dati e delle esperienze delle persone. Per questo, segnalo l’iniziativa di @Franca lab, cioè un questionario per raccogliere dati sulla percezione delle persone sulla libertà di movimento e sicurezza sui mezzi di trasporto pubblici di Milano. Il questionario è aperto a chiunque usa i mezzi a Milano e volesse partecipare. Ecco il link:

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