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Cosa sta succedendo al confine tra Bielorussia, Polonia e Lituania?

Al confine tra Bielorussia e Polonia e Lituania sta avvenendo una cosa gravissima: migliaia di donne, uomini, bambini, accampati lungo il filo spinato che costeggia il confine con l’Unione europea e tenuti lì bloccati dall’esercito bielorusso. Secondo le organizzazioni umanitarie sono almeno 8 le persone morte assiderate in quelle condizioni.


Purtroppo conosciamo la brutalità e il cinismo del regime di Lukashenko, ma non era immaginabile che potesse arrivare a tanto, cioè a usare persone disperate come strumenti di una guerra ibrida contro l’Europa. E invece il regime bielorusso ha organizzato finite agenzie di viaggio dalla Turchia, dal Cameron, dal Pakistan, promettendo un facile ingresso nell’Unione europea. Di fatto imbrogliando persone disperate, sfruttandole con due obiettivi: estorcere loro del denaro e utilizzarle per premere sull’opinione pubblica e sui governi europei, forzandoli a dialogare con lui.

C’è un modo per sottrarci ricatti e al cinismo di autocrati come Lukashenko (o Erdogan), pronti a usare i profughi come armi di una guerra ibrida: dotarci di una politica estera e di una politica migratoria veramente europee.


Dobbiamo avere una politica estera comune. L’Unione europea ha deciso di sanzionare molti esponenti del regime bielorusso. Giustissimo, ma di corto respiro. Non ci sono state decisioni per capire cosa fare con la Bielorussia dopo le elezioni farsa dell’agosto 2020, né su come relazionarci con la Russia su questo dossier. Le sole sanzioni non bastano.


Dobbiamo mostrare che come Europa non abbiamo paura dei flussi di migranti, che non litighiamo per gestirli, che abbiamo un piano comune per farlo. Se in Europa non si può entrare per via legale, ci saranno sempre profughi e disperati che cercheranno strade per scappare dalle guerre, dalle persecuzioni. Ci saranno sempre persone che si fideranno di chi, trafficanti di Stato o banditi di mare e di strada, promette un facile passaggio verso la sicurezza e la libertà. Se non c’è vera solidarietà tra governo europei per l’accoglienza, ogni paese si sentirà solo di fronte a una potenziale invasione. Si stima che in Bielorussia siano stati attirati con false promesse tra gli 8mila e i 22mila stranieri. Sono numeri che possono spaventare un singolo paese come la Lituania nel caso dovesse riversarsi tutti lì, ma sono quantità che l’Unione europea nel suo complesso potrebbe gestire senza difficoltà. Questi dittatori sanno che utilizzando l’arma dell’invasione dei migranti acquisiscono un potere di pressione sui governi europei. Spuntiamola, questa arma!


I confini nazionali ed europei si proteggono con regole chiare per chi entra e esce, e con una buona politica estera, non con gli eserciti e i muri tirati su nell’emergenza.



[Foto di Leonid Shcheglov\TASS via Getty Images]

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