Quando abbiamo organizzato insieme ad ARCI una conferenza stampa per un gruppo di attiviste iraniane il 22 novembre scorso, ci siamo presi l’impegno - come Parlamento italiano - di usare la nostra voce per far fermare le condanne a morte delle manifestanti e dei manifestanti. Per concretizzare questo impegno abbiamo scritto una mozione, una risoluzione per condannare quanto sta avvenendo e oggi continuiamo portando avanti una campagna. Le attiviste iraniane ci hanno chiesto di “adottare” un/una manifestante condannato/a a morte in Iran e fare campagna per questa persona, raccontando la loro storia e facendo tutto ciò che possa essere utile per tenere alta l’attenzione internazionale sui loro casi.
Io mi farò portavoce della storia di Toomaj Salehi, un rapper iraniano di 31 anni. Toomaj si è sempre battuto per la democrazia, usando le sue canzoni per denunciare la violenza e la repressione del regime iraniano. Subito dopo l’uccisione di Mahsa Jîna Amini si è schierato in prima linea a sostegno delle manifestazioni e per questo è finito immediatamente nel mirino delle autorità iraniane. Il 30 ottobre è stato arrestato e portato alla prigione Dastgerd a Isfahan, con l’accusa di aver "svolto un ruolo chiave nel creare caos e incoraggiare i recenti disordini nella provincia di Isfahan e nella città di Shahinshahr.” Da inizio novembre invece è stato trasferito a Evin, il carcere dove vengono portati i prigionieri politici e da lì giungono poche sue notizie.
L'anno scorso Toomaj era già stato arrestato, ma a seguito di una vasta campagna per la sua liberazione, era stato rilasciato dopo pochi giorni. Per questo la nostra voce può essere cruciale. Le sentenze sono imminenti, dobbiamo diffondere le loro storie il più possibile e fare pressione mediatica sul governo iraniano per fermare queste condanne.
Finora hanno aderito alla campagna anche Debora Serracchiani, Silvia Roggiani, Peppe Provenzano, Cecilia D'Elia, Ivan Scalfarotto, Laura Boldrini, Piero Fassino e Luana Zanella. Altri si stanno aggiungendo.
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