Ieri i brutti dati Istat sul calo della produzione industriale negli ultimi 3 mesi del 2018 (mai così male dal 2009, all’inizio della crisi), dovute alle incertezze interne e al rallentamento internazionale. Oggi le prime stime sugli effetti di una Brexit al buio. È previsto un aumento dazi tra Italia e UK:
+13% sugli alimentari +11% sull’abbigliamento +8,8% sui veicoli
Considerato che il Regno Unito è il quarto mercato per il nostro export, sarebbe un’altra brutta botta.
Un quadro che si fa ogni giorno più fosco e che richiederebbe di riconoscere i problemi e di prendere misure rapide. E invece no: non c’è ancora un piano italiano per fare fronte alla Brexit e si preferisce limitarsi a dire che i dati della produzione industriale sono colpa dei governi precedenti.
Le cose da fare sono poche. Far ripartire i cantieri, approvare una legge speciale per Brexit e dedicarsi a promuovere l’export smettendo di litigare con tutti i paesi del mondo. Cioè, pensare all’Italia, prima di tutto.
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