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I PIEDI IN DUE SCARPE OVVERO LA POLITICA DI MELONI SULLA CINA

“Non ero d’accordo con la scelta del governo Conte.”

“È una decisione che ancora non abbiamo preso, è un dibattito aperto.”

Così la Premier Meloni ha risposto in questi giorni quando interpellata sulla posizione del governo sulla “Belt and Road initiative” cinese. Dice di non aver condiviso l’allora scelta del governo Conte sul memorandum con la Cina sulla “Via della Seta” ma continua a lasciare il dibattito aperto; e intanto il tempo scorre. Nel 2024 l’Italia avrà la presidenza del G7: se Meloni non prende una decisione l’Italia sarà il primo paese a presiedere il G7 e contemporaneamente a essere inglobato nel progetto cinese di influenza della Via della Seta.

A marzo 2019, quando il primo governo Conte decise di firmare un “memorandum d’intesa” con i rappresentanti del governo cinese, l’Italia diventò l’unico paese (insieme al Portogallo) dell’Europa occidentale ad averlo firmato. La firma di quell’accordo aveva provocato grandi polemiche perché implicava l’adesione dell’Italia al più grande progetto di espansione dell’influenza della Cina nel mondo. Anche noi come gruppo PD avevamo criticato la scelta di Conte. La “Belt and Road Initiative” infatti è un grande progetto annunciato nel 2013 dal presidente Xi Jinping per l’investimento di centinaia di miliardi di dollari che ha l’obiettivo di rafforzare le infrastrutture commerciali nel mondo, e quindi di espandere l’influenza della Cina su numerosi paesi.

L’accordo firmato aveva una durata di cinque anni e un rinnovo automatico: per questo motivo per uscirne il governo Meloni deve inviare una disdetta scritta con tre mesi di anticipo: ha tempo fino alla fine del 2023. Ad oggi però, il governo non ha preso una decisione e con il G7 che si avvicina, la posizione italiana diventa ambigua e scomoda. A suo tempo Meloni criticava Lega e M5S, accusandoli di ambiguità e incapacità, ma quando tocca a lei di scegliere, è esattamente uguale.

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