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IL GIORNO PIÙ BUIO DELL'ERITREA

Il 18 settembre del 2001 undici importanti figure politiche e militari eritree, note come il "Gruppo dei 15" (G-15), furono arrestate e incarcerate senza accuse dal Presidente Isaias Afeworki. Da quel 18 settembre, Afeworki fece precipitare il Paese in una spietata dittatura che dura tutt’oggi. Ancora oggi infatti i membri del G-15 si trovano in detenzione senza alcuna possibilità di comunicare con l’esterno. Allora i G-15 avevano scritto una lettera aperta al Presidente Isaias Afeworki cui chiedevano l’avvio di un dialogo democratico, ma nel corso di questi 22 anni il governo eritreo ha respinto richieste di processi equi o di dialoghi, mantenuto segrete le condizioni dei detenuti, aumentando il rischio di maltrattamenti e torture.

Tra i detenuti si trovano veterani di guerra e ex ministri, e il loro arresto ha segnato l’apice di una repressione governativa che ha colpito giornalisti, dissidenti e critici del governo fin dalla sua indipendenza nel 1993. Nonostante la speranza di una democrazia libera, l'Eritrea ha subìto invece una svolta autoritaria, con violazioni di diritti umani all’ordine del giorno e repressione di media indipendenti e partiti d’opposizione.

Amnesty International, il Parlamento europeo e la Commissione africana per i diritti umani hanno condannato questa detenzione e chiesto il rilascio degli 11 detenuti. Anche all’interno del comitato diritti umani dell’Unione interparlamentare stiamo lavorando in questa direzione: chiediamo il loro rilascio e chiediamo anche che le loro storie non vengano dimenticate, anche a distanza di 22 anni.

Qui la decisione dell'Unione Interparlamentare: https://www.ipu.org/file/10595/download

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