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INIZIA LA CAMPAGNA ELETTORALE: DI CASE, INFLAZIONE, TOPI E PERSONE PERBENE

Ho voluto iniziare la campagna elettorale partendo da Rozzano, un comune di 41mila abitanti al confine di Milano. Rozzano per come la conosciamo nasce tra il 1962 e il 1973 quando, dietro la spinta delle amministrazioni di centro sinistra a Milano, si costruiscono grandi quartieri popolari per ospitare chi arriva nella metropoli per lavorare. In quella decade, Rozzano passa da 3mila a 39mila abitanti.


Il 40% dei suoi abitanti vive ancora oggi nei quartieri di edilizia popolare, anche se questi hanno cambiato volto: sempre più persone in difficoltà, anziani soli, disoccupati. “Finora Rozzano si è salvata per le persone perbene, per chi paga gli affitti e le spese condominiali, per chi si oppone allo spaccio” ci ha detto Paolo Zamproni, presidente di un comitato di autogestione delle case popolari. Il rischio è che con l’aumento dei costi dell’energia, con gli stipendi bassi i quartieri popolari di Rozzano diventino un ghetto.


Nei programmi elettorali troverete che tutti i partiti dicono “serve una politica per la casa”. Ma poi quando ci si confronta con i cittadini, le cose non restano così vaghe. A Rozzano mi sono trovata a discutere delle bollette raddoppiate, di topi e rifiuti, di manutenzione dei tetti e delle veneziane dopo la grandinata del luglio 2021, della solitudine degli anziani e delle case non adatte alle persone con disabilità che le abitano.


Ed è lì che le proposte del PD (un contratto sociale per la luce con la metà dei consumi a costo zero, l’impegno a costruire 500mila alloggi popolari in 5 anni) risaltano per concretezza. Così come assume un altro peso la mala gestione della destra che governa la Regione Lombardia e ha la responsabilità degli stabili popolari. È a causa della loro cattiva gestione se ci sono le occupazioni, se non si riesce a risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti (e quindi proliferano i topi), se il mix abitativo tra situazioni di grande difficoltà e famiglie normali non avviene e quindi c’è il concreto rischio di una ghettizzazione.

Per fortuna con me c’era Pietro Bussolati che dall’opposizione in Regione Lombardia incalzerà la destra a fare quello che devono.

Era giusto quindi partire da qui, per ascoltare ma anche parlare di affitti, di lavoro sano, di stipendi dignitosi e politiche per i giovani.

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