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ISRAELE, PALESTINA

Dopo il violento atto di guerra e di terrorismo contro la popolazione civile, bambini e anziani compresi, di sabato scorso sul territorio sovrano di Israele, attaccato per la prima volta in questo modo dal 1948 fondazione dello Stato, le forze di difesa israeliane si stanno preparando a tagliare la testa al serpente. Siamo tutti d'accordo sul fatto che Hamas, che nel suo statuto prevede la distruzione di Israele, è una organizzazione terroristica e va neutralizzata.

La questione non è dunque "se", ma "come", in modo da non replicare gli errori del passato. Le politiche securitarie di gestione del conflitto come se fosse una questione di ordine pubblico e non un rompicapo politico, le assurdità di una gestione insieme burocratica e violenta di chiunque abiti nei territori senza discriminare tra terroristi e normali cittadini, i soprusi, la discriminazione economica, l’emarginazione, la vulnerabilità di fronte all’arbitrio del potere di cui sono vittima troppo spesso i palestinesi hanno rinforzato il brodo di cultura delle organizzazioni terroriste, a partire da Hamas.

Sradicare le basi di Hamas a Gaza riproduce lo stesso dilemma. Posto che non tutti i gazawi sostengono Hamas, come si discrimina tra Hamas e i loro fiancheggiatori e una popolazione civile stremata dai bombardamenti e dalla mancanza di elettricità, cibo e acqua? È imperativo farlo perché dalla giusta analisi della natura del nemico dipende l'efficacia o meno della risposta militare.

C’è da augurarsi che il nuovo governo e lo Shin Bet riescano a isolare Netanyahu, e i suoi alleati ultra religiosi-nazionalisti e la loro impotente e controproducente e ideologica equiparazione di Hamas all’ISIS. C’è da sperare che Gantz e gli alleati e gli apparati di sicurezza considerino e lavorino sulle opzioni migliori per una efficace guerra sì ma ai terroristi e non a tutta la popolazione di Gaza. Solo così si isola Hamas e la si punisce per i suoi crimini, che sono suoi e soltando suoi.

Su questo per una volta vi è inedita e positiva sintonia con il governo italiano, una rara occasione di unità del paese in tempi in cui è assolutamente preziosa.

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