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La mia prima volta all’ONU

Amo l’Italia, e mi sento orgogliosa del nostro Paese quando, come in questi giorni intensi di incontri alle Nazioni Unite, ci viene riconosciuto il tanto lavoro che stiamo facendo per la protezione del patrimonio culturale globale; quando paesi come la Somalia e lo Yemen chiedono una maggiore presenza umanitaria dell’Italia al loro fianco; quando attivisti di tutto il mondo ricordano le battaglie che abbiamo fatto contro la pena di morte e la mutilazione genitale femminile; quando Eritrea ed Etiopia ci chiedono di aiutarli a consolidare la pace firmata a luglio. Amo l’Italia e per questo ho avuto un sussulto quando ho sentito il primo ministro Conte durante il suo discorso all’Assemblea generale dire che sovranità e popolo si trovano nel primo articolo della Costituzione. Ora, che bisogno c’era di pronunciare anche qui gli inutili slogan dell’ufficio comunicazione di Rocco Casalino?

In questi giorni alle Nazioni Unite si sta consumando una battaglia tra chi vuole che prevalga la legge dello stato più forte, come Trump, e i tanti paesi che chiedono più cooperazione per affrontare le grandi questioni del nostro tempo, dal cambiamento climatico alle migrazioni. Quelle frasi sono davvero sembrate fuori contesto. Ci hanno fatto sembrare il solito Paese impegnato nella baruffa interna e poco interessato a pesare nel mondo. È così che ci indeboliamo e è davvero un peccato quando lo facciamo da soli.

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