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LA RUSSIA NON È PUTIN

Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, migliaia di cittadini russi hanno occupato le piazze per dire no alla guerra di Putin. In Russia chi protesta contro la guerra rischia regolarmente multe, l’arresto e violenze di ogni tipo da parte dello Stato. E rischia anche intimidazioni e aggressioni da parte di altri cittadini: questa settimana Dimitri Muratov, Premio Nobel per la pace 2021 e direttore di Novaya Gazeta. English Version, è stato assalito in treno con della vernice rossa da uno sconosciuto, mentre ogni giorno le case di attivisti e dissidenti che vivono ancora in Russia sono imbrattate con la Z simbolo della guerra e con scritte infamanti e violente.


La rigida censura dei media da parte del regime di Putin, la situazione particolarmente grave nelle università, l'intolleranza verso il dissenso e le sanzioni economiche dell'Occidente, hanno spinto molti russi a lasciare il paese - si stima oltre 200 mila dall'inizio della guerra.


I cittadini russi che protestano e scappano dalla Russia sono rifugiati, e come tali hanno diritto alla protezione internazionale. In Europa, e in Italia.


La Convenzione di Ginevra del 1951 regolamenta il regime internazionale di protezione dei rifugiati, dove per “rifugiato” si intende una persona con la paura fondata di essere perseguitata per motivi di razza, religione, nazionalità o per opinioni politiche.


Ho presentato una risoluzione in Commissione esteri per chiedere al governo: 1) di promuovere, in sede europea e internazionale, un sistema di accoglienza integrata per i cittadini che scappano dalla Russia, concedendo lo status di "rifugiato internazionale" a chi ne ha i requisiti.

2) di includerli nei programmi di accoglienza già in atto per altri rifugiati;

3) di istituire un fondo apposito per i cittadini russi che chiedano rifugio in Italia.

La Russia non è Putin e dobbiamo proteggere chi con coraggio si espone in Russia contro l’insensata violenza di un dittatore.

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