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MELONI E IMMIGRAZIONE: FALLIMENTO SENZA ATTENUANTI

A febbraio dopo il Consiglio europeo, Meloni aveva sbandierato grandi risultati dicendo che l’Europa finalmente aveva cambiato approccio sull’immigrazione dopo anni di scarsa collaborazione con l’Italia.

A giugno, Meloni era andata in Parlamento sostenendo di aver finalmente invertito la rotta sull’immigrazione e di “essere fiera di essere arrivata alla guida di questa nazione quando era lanciata a folle velocità verso la cancellazione dei confini nazionali e di rappresentare una nazione che oggi si fa portatrice di una visione diametralmente opposta”.

A luglio, Meloni era volata a Tunisi insieme a Ursula Von der Leyen e al premier olandese Rutte per presentare l’accordo con il presidente golpista tunisino Kais Saied come un accordo impensabile fino all’avvento del proprio governo e come un modello per le relazioni con tutti i paesi della regione.

I risultati dei suoi proclami? I due decreti sull’immigrazione del governo contro le ONG sono risultati ridicoli, Lampedusa è al collasso, gli arrivi dalla Tunisia sono raddoppiati tra agosto e settembre rispetto ai due mesi precedenti la firma dell’accordo tanto decantato da Meloni. Come se non bastasse, Saied ha seppellito la collaborazione con l’Unione europea sotto il divieto all’entrata opposto a una delegazione del parlamento europeo.

Meloni sta raccogliendo i frutti avvelenati della propria propaganda. Aver raccontato per anni che l’immigrazione è un’invasione, che è colpa della sinistra, che per risolverla sarebbe bastato un blocco navale e che la destra al governo avrebbe risoluto tutto rende oggi il tonfo di Meloni e Salvini sull’immigrazione ancora più fragoroso

Speriamo che Meloni abbia imparato questa dura lezione e sia ora disponibile ad affrontare il tema dell’immigrazione e dei confini come quello che è: una grande questione nazionale da pianificare e programmare senza pensare di speculare. Noi dobbiamo farci trovare disponibili a aprire una discussione non ideologica e senza slogan, ma soprattutto a cambiare la narrativa dominante sulla migrazione. La migrazione è sì una questione da risolvere con un programma capillare e organizzato, ma è anche una grossa opportunità, specialmente per il nostro Paese.

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