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Migranti: non un esercito nemico che minaccia l’Europa, ma una crisi umanitaria.

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La strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013 ha messo per la prima volta i morti nel Mediterraneo sotto gli occhi di tutta l’Europa.

Tre anni fa tutti dissero “mai piu'”, ma nel frattempo altre migliaia di persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e una parte importante delle politiche di Bruxelles sulle migrazioni sono rimaste lettera morta in ragione del rifiuto piu’ o meno esplicito di alcuni governi degli Stati membri a collaborare.

Un’altra terribile strage si e’ verificata nel 2015, alla quale l’Italia rispose attivandosi per recuperare il relitto dell’imbarcazione inabissatosi al largo della Libia. Condivido le proposte avanzate dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi o dal sindaco di Milano Beppe Sala, volte alla sua conservazione e alla sua trasformazione in un museo.

Il messaggio e’ che i migranti non sono un esercito nemico che minaccia l’Europa, ma una crisi umanitaria alla quale abbiamo la responsabilita’ di rispondere uniti.  Ai partner va chiesto quindi anche un maggiore sostegno alle iniziative del Governo italiano finalizzate a restituire un nome e la dignità ai bambini, alle donne e agli uomini che hanno perso la vita in mare.

E invece il lavoro del commissario straordinario per l’identificazione delle persone scomparse, il prefetto Vittorio Piscitelli, con il laboratorio di antropologia e odontologia forense (Labanof) dell’Istituto di medicina legale dell’università statale di Milano procede con molte difficoltà. Ha bisogno di essere rafforzato, riorganizzato e rifinanziato, e per essere veramente efficace, ha bisogno della collaborazione di tutti i nostri partner.

Per questo ho presentato un’interpellanza urgente circa le iniziative del Governo per la conservazione e la trasformazione del relitto inabissatosi nel 2015 e i programmi volti all’identificazione, al riconoscimento e ai rimpatri dei corpi dei migranti ritrovati in mare.

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