I dati sulla recessione sono preoccupanti, anche perché rispecchiano un trend internazionale. Invece di additare presunti colpevoli, il governo si attivi per mettere in campo soluzioni. Fanpage.it mi ha chiesto di commentare i dati ISTAT sullo stop della crescita italiana.
Italia in recessione, Lia Quartapelle (Pd): “Basta spot elettorali, governo trovi soluzioni”
La deputata del Pd, Lia Quartapelle, intervistata da Fanpage.it, attacca la maggioranza, colpevole di “sottovalutare” la recessione tecnica certificata dall’Istat e la situazione economica: “Il governo inizi a considerare la realtà e non la propaganda, non possono governare a colpi di spot elettorali. Serve una risposta all’altezza”.
I dati dell’Istat certificano che l’Italia è in recessione tecnica, così come annunciato ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. E se la maggioranza non sembra essere preoccupata, ma, anzi, scarica la colpa sui governi precedenti, l’opposizione intravede rischi seri per l’economia italiana. La deputata del Pd, Lia Quartapelle, intervistata da Fanpage.it, sostiene che il governo stia “sottovalutando la recessione globale” e dovrebbe mettere da parte la “propaganda”, smettendola di “governare a colpi di spot elettorali”. Per la deputata dem serve “una risposta all’altezza del problema” e per questo il governo “dovrebbe darsi una calmata”.
Quartapelle commenta i dati dell’Istat: “Al netto dei numeri che parlano da soli, noi abbiamo lasciato un Paese che cresceva e in cui cresceva l’occupazione. La cosa che preoccupa è che il governo sta sottovalutando la recessione globale. Per la foga di dare la colpa a noi, si sottovaluta” la situazione, secondo la deputata del Pd. Per Quartapelle, il governo dovrebbe “iniziare a considerare la realtà e non la propaganda, non possono governare a colpi di spot elettorali”, afferma facendo riferimento allo slogan ‘abbiamo abolito la povertà’. Ciò che serve, dunque, è “una risposta all’altezza del problema globale”. Perché la crisi viene anche dall’estero, come spiegato ieri da Conte: “Per noi – spiega Quartapelle – la Germania è il primo mercato per export, di fronte alla Brexit, considerando che la Gran Bretagna è il quarto mercato, non abbiamo una legge che protegge dai rischi del no deal, la Francia è il secondo mercato per export” e i rapporti tra Roma e Parigi negli ultimi tempi sono tutt’altro che idilliaci.
Per la maggioranza la colpa è del Pd: “Lo sport di questo governo è dare la colpa – risponde Quartepelle –. Invece di cercare i colpevoli, dovrebbero trovare le soluzioni. Dicono da tempo che avrebbero fatto meglio di noi, ma fanno meglio di noi solo se i dati sono migliori, ma i numeri dicono il contrario. E poi, se anche fosse colpa nostra, loro avrebbero il dovere di pensare alle misure necessarie per rimediare”. Le motivazioni di questa recessione, secondo la deputata del Pd, derivano anche da un problema “strutturale dell’economia italiana”, riguardante i mancati investimenti sulla ricerca, la produttività del Paese e le politiche per il Mezzogiorno: “Su questo il governo non ha fatto nulla, anzi ha tagliato sull’istruzione.”
La deputata dem attacca la maggioranza e i suoi esponenti: “Siamo di fronte a un governo che si fa incantare dalla sua stessa propaganda. C’è una parte degli esponenti della maggioranza che pensa davvero che con la manovra si risolvano tutti i problemi”. Mentre, per la Quartapelle, la legge di Bilancio non intaccherà “le questioni alla base dei ritardi italiani, anzi si aggraveranno con incentivi distorti, per esempio il reddito di cittadinanza che non aiuta il lavoro dei giovani. L’Italia non conta sui giovani e il reddito peggiora la situazione perché i giovani vengono tenuti fuori dal mercato del lavoro. Con quota 100, inoltre, si scaricano i costi sulle future generazioni”.
Il Pd ha chiesto al governo di riferire in Parlamento sui dati economici forniti dall’istituto di statistica: “Abbiamo chiesto di riferire, continueremo a fare opposizione in Parlamento per correggere i singoli provvedimenti, ma anche fuori dal Parlamento, dove raccogliamo le preoccupazioni di tanti”. Per una richiesta di dimissioni, però, sembra presto: “Prima bisogna sapere cosa stanno facendo, parliamo di un governo che non viene mai a riferire in Parlamento.”
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