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Nasce il Network delle donne mediatrici del Mediterraneo

Oggi al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con WIIS Italy alla presenza del ministro Angelino Alfano e del Segretario generale della Farnesina Elisabetta Belloni, abbiamo lanciato un progetto in cui credo molto: il Network delle donne mediatrici del Mediterraneo.

L’area del Mediterraneo è da molti anni attraversata da conflitti (basta solo pensare al conflitto arabo-israeliano) e le primavere arabe hanno aggiunto altre situazioni di crisi all’instabilità esistente. L’idea di rafforzare le capacità delle donne perché esse possano essere mediatrici nella regione non è solo nata dalla necessità di avere una rappresentanza di donne ai tavoli della pace. È un cambio di paradigma.


Gli uomini che negoziano la pace sono quasi sempre e solo esponenti di fazioni armate, combattenti che hanno un posto al tavolo perché usano la violenza. Negoziare la pace tra parti in guerra vuole dire trovare accordi di potere basati sulla situazione militare. Includere le donne tra i negoziatori vuole dire invece pensare a un accordo che vada bene alla società nel complesso, un accordo che pensi al futuro delle zone in conflitto e non solo al destino delle milizie armate. Vuole dire negoziare accordi più sostenibili e condivisi: i negoziati di pace a cui partecipano le donne hanno il 54% di possibilità di successo in più.

Per arrivare a questo bisogna formare donne capaci di discutere e negoziare, mettendole in relazione con altre donne che abbiano avuto un ruolo nella stabilizzazione dei propri paesi come Catherine Samba-Panza, ex presidente della Repubblica Centrafricana, o Victoria Sandino, attivista protagonista degli accordi di pace in Colombia. Per questo nasce il Network delle donne mediatrici del Mediterraneo: un contributo dell’Italia per la pace e la stabilità della nostra regione. Buon lavoro a tutte, che c’è bisogno di voi!


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