Per una volta non eravamo l’Italietta disonesta, menefreghista, caciarona, di basso profilo.
Fino a ieri, siamo stati un paese che si era dato delle regole per il contenimento sanitario che tutti abbiamo rispettato con rigore. E siamo stati un paese capace di prendersi cura gli uni degli altri, organizzando una campagna vaccinale che ci ha fatto registrare uno dei tassi di vaccinazione più alti d’Europa. Siamo stati una nazione uscita rapidamente e contro ogni previsione dalla recessione dovuta alla pandemia, e siamo tornati a crescere. Nel 2021 l’economia italiana è cresciuta del 6,6%, dopo vent’anni di stagnazione. Il debito, quel macigno sulle spalle di tutti noi, è diminuito di 4,5 punti percentuali. Per una volta siamo stati capaci di darci delle scadenze per mettere in pratica il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e di rispettarle. In questi mesi, l’Italia contava, in Europa e a livello internazionale: il viaggio di Draghi, Macron e Scholz verso Kyiv sarà ricordato anche nei libri di storia.
Non è stato un miracolo. E’ stato il frutto di un percorso faticoso ma fecondo, quello del governo di unità nazionale, guidato da Mario Draghi. Uniti, per una volta, siamo stati una Italia forte, di cui essere orgogliosi. Abbiamo ottenuto risultati impossibili in un paese che troppo spesso sembra incapace di reagire e di invertire pigrizie, di contrastare lentezze burocratiche e ingiustizie.
Ieri, Lega, M5S e Forza Italia con il loro voto scellerato hanno affossato tutto questo. Il crimine commesso da Forza Italia, M5S e Lega non è solo di aver bocciato Mario Draghi, premier che può piacere o non piacere, ma che comunque è l’italiano più stimato e rispettato a livello internazionale. Loro hanno commesso un atto ben più grave: sono venuti meno al dovere dell’unità. E così hanno reso l’Italia più debole.
Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, vigliacchi e codardi, hanno preferito i propri interessi elettorali e di parte piuttosto che prendersi la responsabilità di garantire al paese un governo forte, autorevole, di unità nazionale.
La conseguenza immediata è che una serie di provvedimenti cruciali per milioni di italiani non vedrà la luce. Mancavano ancora alcuni obiettivi da raggiungere sui 100 previsti per il 2022 per i fondi del PNRR: la terza rata di quest’anno, 19 miliardi, è fortemente a rischio dato che un governo in carica per il disbrigo degli affari correnti non può fare riforme sostanziali. Miliardi di aiuti previsti per il caro-bollette e carburanti - di cui c’è bisogno adesso, non tra mesi - non saranno stanziati. Saranno abbandonate tutte le iniziative in cantiere per il salario minimo, la riduzione del cuneo fiscale sui redditi medio-bassi e del costo del lavoro - rimandando per l’ennesima volta una riforma che faccia crescere i salari oggi più urgente che mai. Scadono a fine anno le misure sulle pensioni Quota 102, l'Ape Sociale e Opzione Donna - senza queste, si torna a un sistema pensionistico che punisce le donne e i lavoratori fragili.
La conseguenza più duratura è che Lega, Forza Italia e M5S ieri hanno abbandonato milioni di italiani. I 4,6 milioni di lavoratori che guadagnano stipendi da meno di mille euro, le persone che vivono in povertà assoluta, le famiglie che con l’inflazione non sanno più come far bastare gli stipendi. Tutte queste persone da ieri sono più in difficoltà, perché per mesi non ci sarà un governo in grado di prendere decisioni per aiutarli.
Noi non dimenticheremo chi ha causato questa follia. Oggi comincia la campagna elettorale: voglio trasformare questa rabbia e delusione in energia, e combatterò con tutte le mie forze per convincere più persone possibili che il Partito Democratico è determinato a attuare una vera agenda sociale, che può traghettare l’Italia nel futuro, nel progresso - e soprattutto, che può governare responsabilmente. L’alternativa l’abbiamo vista in questi giorni.
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