Entro metà febbraio nel porto di Gioia Tauro avverrà una parte della più grande azione di disarmo degli ultimi dieci anni: il trasbordo di 60 container di armi chimiche siriane verso una nave americana che distruggerà nel mare i materiali tra qualche settimana. Nel porto di Gioia Tauro avvengono ogni giorno operazioni di questo tipo con questo grado di pericolosità. Vengono trattate ogni anno 60 mila tonnellate di materiali dello stesso livello di tossicità. La scelta cade dunque sulla Calabria. Lo scalo sarebbe stato scelto perché considerato più sicuro e di più facile gestione in caso di proteste e manifestazioni.
In una nota ufficiale, Palazzo Chigi ha spiegato: «Aderendo alle disposizioni contenute nella Risoluzione 2118 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 27 settembre 2013, il governo italiano, che ne ha informato il Parlamento, ha deciso di contribuire all’azione della comunità internazionale diretta alla distruzione di armi chimiche siriane impiegate nei mesi scorsi ai danni di popolazioni civili nel drammatico conflitto che ha luogo nel Paese ».
Il trasbordo di agenti chimici avverrà «da nave a nave» senza toccare il suolo italiano: cioè senza sbarcare nemmeno in banchina e senza che il carico debba essere stoccato in depositi a terra. L’operazione, ha spiegato ancora il ministro degli Esteri, non dovrebbe durare più di «48 ore». Nonostante i doverosi ragguagli e le garanzie ambientali, le autorità cittadine hanno minacciato la chiusura del porto con una ordinanza specifica.
Io penso che l’Italia, al netto della tutela ambientale dell’iniziativa, debba fare la sua parte in un’operazione senza precedenti. Certamente il mondo è più sicuro se si disabilitano le armi chimiche piuttosto di lasciarle in Siria. C’è un tema di interesse generale che non possiamo sottovalutare.
A questo link, dal minuto 6:03, il podcast di “Panama”, trasmissione di Radio Popolare andata in onda giovedì 16 gennaio, in cui ho avuto di condrontarmi con Domenico Maddaferri, sindaco di San Ferdinando.
Qui invece le audizioni alle Commissione congiunte di Camera e Sentato del Ministro degli Esteri Bonino e quello delle Infrastrutture Maurizio Lupi
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