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Quattro anni di impegno PD per la cooperazione

In queste settimane si è nuovamente infiammato il dibattito sulla gestione dei flussi migratori. Come nelle ultime estati, cresce il numero degli sbarchi e si fa sempre più impegnativa la sfida dell’accoglienza. A differenza delle operazioni di salvataggio in mare, l’Italia continua a doverla affrontare perlopiù in solitudine, senza la necessaria condivisione del problema da parte dei partner europei. Se non vuole perdere pezzi di anima, l’Europa e i nostri partner devono affrontare con maggiore impegno il dramma della rotta mediterranea dei migranti, insieme alle grandi crisi in corso nel continente africano, che sono sempre lontane nella discussione, ma vicine nelle loro ricadute.

Un problema fondamentale nella politica migratoria di oggi è che si guarda troppo agli effetti e troppo poco alle cause. Questa sfida deve essere necessariamente gestita da strategie di politica estera chiare, che siano in grado di integrare tanto la dimensione esterna quanto quella interna delle migrazioni.

Per questo come PD abbiamo lavorato affinché la cooperazione allo sviluppo tornasse a qualificare positivamente la politica estera dell’Italia.  Lo abbiamo fatto portando a termine la riforma della cooperazione internazionale, e aprendo finalmente la strada verso l’Africa, consapevoli della nuova centralità del continente. Abbiamo presentato la proposta di legge “Africa Act”,  uno strumento che prevede misure legislative e operative tese a rafforzare la presenza italiana in Africa, che comprende incentivi economici e strutturali ai Paesi africani coinvolti, sia per la gestione dei confini, sia per il miglioramento della situazione sociale sul territorio.

Di questo ho parlato nel mio articolo per Democratica e l’Unità.tv, che vi invito a leggere. L’Africa Act è stata ripresa anche dal Fatto Quotidiano in questo articolo.


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