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SMETTIAMO DI CHIAMARLO MALTEMPO E CI DIAMO DA FARE?

Forse l’alluvione in Emilia Romagna era soltanto l’inizio di tutto quello che vivremo. Questa notte chi vive a Milano si sarà svegliato di soprassalto dalla potenza di quello che stava avvenendo. Oggi camminare per la città sembra un film dell’orrore: alberi caduti in quasi ogni singola via della città, tetti delle case scoperchiati, una donna rimasta uccisa schiacciata da un albero. Chi vive a Palermo avrà visto le colline intorno alla città andare a fuoco. I catanesi sono rimasti senza acqua e elettricità sotto 50 gradi e chi atterrava all’aereoporto ieri sera lo ha visto andare in fiamme. Forse questi avvenimenti risveglieranno i cuori dei negazionisti climatici e di chi ancora lo chiama mal tempo?


Se, come dice il segretario dell’ONU Guterres, il mondo deve eliminare i combustibili fossili in modo giusto ed equo, lasciando petrolio, carbone e gas nel sottosuolo, e si devono aumentare molto gli investimenti nelle fonti rinnovabili, l’Italia deve fare la sua parte. L’Europa sta fissando obiettivi comuni e mettendo a disposizione risorse per la transizione.


E il governo Meloni che fa? Ignora l’emergenza climatica e non si impegna per favorire la transizione. Alcuni esempi:

1. I ritardi sulla esecuzione del PNRR mettono a rischio il più grande piano di investimenti per accelerare la transizione ambientale.

2. Il voto contro al regolamento europeo che prevede lo stop alla produzione di auto a benzina e diesel entro il 2035.

3. Il voto contro la Nature restoration law di Bruxelles cioè la legge sul ripristino degli ecosistemi degradati.

4. L’assenza di misure per favorire e proteggere la mobilità dolce (ciclisti e pedoni) nel nuovo codice della strada voluto da Salvini.

5. Il negazionismo di esponenti di punta di FdI a partire dal capogruppo in Senato Malan (sì, quello del cambiamento climatico come balla colossale).

6. L’assenza e la mancanza di voce dell’Italia ai tavoli della diplomazia climatica dove si discutono le misure internazionali di mitigazione globale.


È ora di agire il prima possibile perché questa diventerà la nostra tragica realtà quotidiana: come opposizione siamo pronti a darci da fare.

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