Nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulle problematiche emergenti, le sfide e le nuove prospettive di sviluppo dell’Africa sub-sahariana, martedì 10 maggio ha avuto luogo in parlamento l’audizione dei rappresentanti delle opposizioni eritree, nella fattispecie del Coordinamento Eritrea Democratica. Questo il documento presentato dagli auditi nel corso della seduta. L’obiettivo è quello di comprendere meglio la situazione in cui versa il Paese, e confermare il sostegno italiano per una transizione democratica dell’Eritrea verso lo stato di diritto. Secondo autorevoli e aggiornate ricognizioni dello stato dei diritti umani, nel Paese africano la situazione continua infatti ad essere preoccupante. Noi, come Italia, siamo al fianco di chi lotta per l’affermazione dei diritti umani, come gli eritrei che hanno trovato protezione e opportunità nel nostro Paese.
Ogni mese, un numero compreso tra 2 e 3 mila persone, tra cui molti minori non accompagnati, fuggono dal Paese esponendosi a notevoli rischi ormai tristemente noti. Dei circa 150mila migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2015, quasi uno su quattro proveniva dall’Eritrea. Negli ultimi anni, l’Italia e l’Unione europea si sono rese disponibili a dialogare e collaborare con Asmara per contrastare il traffico di migranti e favorire lo sviluppo interno del Paese in modo da ridurre l’emorragia migratoria.
Dell’Eritrea mi sono occupata molto, dalla scorsa estate ho già presentato tre interrogazioni parlamentari, rispettivamente il 28 luglio 2014, il 18 e 30 giugno 2015 e un’interpellanza urgente il 3 novembre 2015. In ciascuna occasione ho sottolineato come sia E’ anche assolutamente prioritaria l’elaborazione di una strategia di lungo periodo che guardi all’intera regione, e favorisca il dialogo anche tra gli attori regionali, al fine di assicurare sicurezza e crescita economica in Africa orientale. A tal fine, tuttavia, non si può prescindere dalla revisione di un modello politico che il 24 maggio compie 25 anni ed e’ considerato tra i più repressivi e autoritari del mondo. A una nostra apertura al dialogo, deve corrispondere un impegno costruttivo per la normalizzazione dello spazio politico eritreo, con l’approvazione di una Costituzione, un’apertura anche alla presenza delle organizzazioni della società civile libera e una progressiva affermazione della democrazia, ad oggi ancora del tutto inesistente.
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