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Tunisia, in bozza Costituzione entra parità uomini e donne


TUNISI – La parità tra uomini e donne entra per la prima volta nella Costituzione tunisina. L’Assemblea nazionale tunisina ha approvato, infatti, un articolo della bozza della nuova Costituzione che, se ratificata, garantirà la parità di genere “senza discriminazione” nel paese nordafricano. “Tutti i cittadini, uomini e donne, hanno gli stessi diritti e doveri. Sono uguali davanti alla legge senza discriminazione”, recita l’articolo 20 della Carta fondamentale, approvato da 159 deputati su un totale di 169 votanti.

La Tunisia spera di adottare la nuova Costituzione dal 14 gennaio, in occasione del  terzo anniversario della caduta del dittatore Zine el-Abidine Ben Ali dopo una rivolta popolare che ha dato il via alla primavera araba .

L’articolo 45, che garantisce la tutela dei diritti delle donne da parte dello Stato e la “parità di opportunità tra uomini e donne”, deve essere ancora esaminato.

Alcune organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno tuttavia espresso delle riserve sull’articolo, evidenziandone alcuni limiti, in particolare il fatto di non precisare quali sono i diritti dei cittadini e di non chiarire il concetto di discriminazione. “L’articolo 20 dovrebbe specificare che la discriminazione, diretta e indiretta, è proibita per quanto riguarda la razza, il sesso, la lingua, la religione, le idee politiche, l’origine sociale e lo status”, hanno scritto in un comunicato diffuso la scorsa settimana diverse ong, tra le quali Amnesty International e Human Rights Watch.

“La Costituzione – sostengono – dovrebbe precisare che uomini e donne sono uguali” e “il principio di uguaglianza e di non-discriminazione dovrebbe essere applicato ai cittadini come agli stranieri”.

Dal canto suo, il partito islamista Ennahda, che ha promesso di dimettersi quando verrà adottata la nuova Costituzione, si è detto fortemente contrario al fatto che l’idea di genere non sia basata sulla complementarietà piuttosto che sull’uguaglianza.

Dopo che i legislatori avranno votato la bozza articolo per articolo, il testo dovrà essere approvato da due terzi dei 217 membri del Parlamento. In caso contrario, dovrà essere messo a referendum.

Respinta la sharia. Nei giorni scorsi, l’Assemblea nazionale tunisina ha approvato due articoli che sanciscono che l’Islam è la religione di Stato, ma escludono la sharia, la legge islamica, come base del diritto del Paese. “La Tunisia è uno Stato libero, indipendente e sovrano. L’Islam è la sua religione, l’arabo è la sua lingua e la repubblica è la sua forma di governo. Non è possibile emendare questo articolo”, recita l’articolo 1 approvato con 146 sì su 149 votanti. Nell’articolo 2, anch’esso non emendabile, si prevede l’instaurazione di uno Stato a carattere civile basato sulla cittadinanza, sulla volontà del popolo e sulla primato del diritto. La Costituente ha respinto due emendamenti che proponevano rispettivamente l’Islam e il Corano e la Sunna come “fonte principale della legislazione”.

Sì a libertà espressione, ma resta pena di morte. La Costituente che sta redigendo la nuova Costituzione tunisina ha approvato anche l’articolo che garantisce “le libertà di opinione, pensiero, espressione e informazione”, ma non ha abolito la pena di morte. Un emendamento in tal senso è stato bocciato, sebbene dall’inizio degli anni ’90 in Tunisia non siano state eseguite condanne a morte.

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