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UNA PIAZZA PROGRESSISTA

“Come intendete convincere le persone ad accettare i progetti di transizione ecologica quando c’è chi ancora parla di maltempo?” ha chiesto per prima Sara.

“Come mai ci stiamo battendo ancora oggi per battaglie che pensavamo aver conquistato 50 anni fa come l’aborto?” ha detto Sveva.

Poi Francesco, che ha posto l’accento sul precariato giovanile e sul modo in cui abbatterlo; seguito da Alec e Riccardo che volevano spiegazioni sulle proposte per la comunitá LGBTQIA+ nelle scuole e infine Isabella, che ci ha interrogati sui fondi che intendiamo investire nell’università.


Questi sono soltanto alcune delle domande che i ragazzi e le ragazze hanno posto ieri sera a me, Elly Schlein, Antonio Misiani e Silvia Roggiani. Le loro domande riflettono delle preoccupazioni reali, legittime, urgenti di tutta la fascia più giovane del nostro paese. Lo sappiamo bene: chi pagherà davvero i costi della mancata transizione ecologica saranno le fasce più giovani. Così come chi sta già pagando oggi gli effetti del lavoro precario e sottopagato.


Abbiamo raccontato a chi c’era ieri che proprio per questi motivi intendiamo abolire le forme di stage non pagate o sottopagate, che vogliamo introdurre un salario minimo legale per tutti i lavoratori e le lavoratrici, che abbiamo preparato un programma ecologista serio e dettagliato per la transizione verde e che il più grande investimento che faremo sarà quello nelle scuole e nelle università.


La visione dell’Italia di Sveva, Riccardo, Sara, Alec e Isabella è la nostra. Abbiamo la responsabilità di dare alle giovani generazioni un mondo in cui c’è spazio anche per loro. Prendiamo oggi le scelte giuste che lascino domani un paese più giusto alle nuove generazioni.

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