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Una riflessione sulle 6000 sardine

Abbiamo visto tante piazze, in questi anni.


Piazze arrabbiate, piazze indignate. Piazze piene di ragazzi giovanissimi, il venerdì, da più di un anno. Piazze silenziose e solidali, come quella davanti al Memoriale della Shoah, per Liliana Segre. Piazze frementi, piazze europee, piazze per i diritti di tutte e tutti. Piazze preoccupate.

Era tanto tempo che a Milano, che pure ha riunito spesso persone in piazza, non vedevo una piazza allegra, piena di speranza e di entusiasmo come quella delle 6000 Sardine Milano e Lombardia. Forse dal 2011, da quella piazza Duomo stracolma, sotto un doppio arcobaleno, a dare l’ultima spinta alla rivoluzione gentile di Giuliano Pisapia.

Le #sardine sono un movimento spontaneo di opposizione alla propaganda e all’odio. Non vogliono essere un partito, non vogliono candidarsi. Vogliono esistere e tenere svegli gli anticorpi contro l’odio e le divisioni.

Sono il popolo di un ideale di politica, che ancora non trova rappresentanza compiuta e definitiva nei partiti esistenti. Era così anche nel 2011: la piazza di Milano aveva capito che stava per iniziare una stagione nuova, per la nostra città e per l’Italia, prima che lo capisse la politica.

Mi fa pensare: cosa possiamo imparare da quello che stanno suscitando? Perché le sardine intercettano una voglia di mobilitarsi che i partiti non riescono a generare? Quello di bellissimo che hanno le #sardine è che ci ricordano che la politica è entusiasmo, è divertimento. È la voglia di partecipare portandoti la tua sardina da casa. È la gioia e la sorpresa di trovarti insieme a altre persone, a molte più persone di quelle che ti aspettavi, per dire tutti la stessa cosa. Sono i 10 quintali di alimenti raccolti ieri sera da “Le Sardine Di Milano”, segno tangibile del fatto che le piazze si riunisco intorno a un valore, quello della solidarietà.

A noi nei partiti e nelle istituzioni, il compito di immaginare battaglie da fare insieme, per trasformare la realtà. Ma intanto, non dimentichiamoci che è bello fare politica insieme, in modo allegro e divertente, inventando modi nei quali c’è spazio per tutti. Proprio come ci ricordano le 6000 sardine.

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