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La Provincia di Varese: Intervista a Lia Quartapelle


Franco Ferraro, caporedattore di Sky Tg24, torna con “Venti domande per me (posson bastare)”. La protagonista, questa settimana, è Lia Quartapelle, deputata Dem e membro Commissione Esteri

1) Onorevole, lo dica che tifa per una donna al Colle dopo Napolitano…

La società italiana è pronta per un Presidente della Repubblica donna. Questo è il fatto che – come donna, come cittadina e come deputata – considero più importante. Sarei contenta se venisse eletta una donna autorevole, che presenti il giusto profilo. Con la condivisione più ampia possibile troveremo dunque la persona più giusta, sia essa uomo o donna.

2) Renzi ha tuonato: «Niente veti sul Quirinale»…

Gli incontri, la discussione e la condivisione sono costruttivi. I veti sono distruttivi.

3) I maligni sostengono che Renzi vorrebbe al Colle un nome low profile che si accontenti di tagliare nastri e firmare decreti…

Ogni sciocchezza si uccide da sé. Tra qualche settimana avremo un Capo dello Stato di alto profilo, capace di rappresentare l’unità nazionale.

4) Il post Napolitano verrà fagocitato dall’Italicum…

L’elezione del Presidente della Repubblica è un evento eccezionale: Quest’anno ancora di più perché sarà una elezione che deve far uscire l’Italia da uno stato di eccezionalità. Tuttavia, credo che non si debbano perdere di vista le riforme, tra cui la nuova legge elettorale, che sono la priorità di questa legislatura. Le dimissioni di Napolitano non ci consentono di dimenticare le parole che spese il 22 aprile 2013, nella data in cui avviò generosamente il suo secondo mandato. Parole che devono rappresentare, oggi ancora di più, un incitamento e una guida per la nostra attività politica, e per segnare le tappe di un processo di cambiamento indispensabile.

5) Dopo una raffica di dichiarazioni scettiche sul nostro Paese la Commissione Europea ha promosso le riforme del Governo. È stato addirittura un feroce fautore dell’austerità come Katainen a dire «che l’Italia può sfruttare la nuova clausola sulla flessibilità…».

In passato, con i governi di Berlusconi, l’Europa veniva usata per nascondersi rispetto ai propri doveri. Da lì nascevano le incomprensioni e la scarsa fiducia nel nostro Paese. Noi abbiamo ribaltato questo schema. Grazie all’assunzione di responsabilità, con le riforme abbiamo mosso i primi passi per un cambio di marcia dell’Italia, che ci ha fatto guadagnare credibilità. In più c’è stato il semestre italiano di presidenza dell’Ue, così che l’Europa stessa deve molto al lavoro fatto dall’Italia. Abbiamo aperto una nuova finestra di opportunità, sia sul fronte della crescita che per il posizionamento dell’Unione nel mondo. Come riconosciuto dallo stesso presidente Juncker, anche le nuove linee sulla flessibilità sono un grande successo del semestre a guida italiana. Un successo che apporterà benefici non solo all’Italia, ma a tutti i Paesi che hanno bisogno di promuovere nuovi investimenti per rilanciare la crescita e di incoraggiamenti per l’attuazione delle riforme.

6) Il Parlamento europeo ha nei giorni scorsi approvato a maggioranza una risoluzione sul caso dei due marò Latorre e Girone. Finisce che dovremo ringraziare l’Europa per averci risolto il problema.

Considero un grave errore pensare che il sostegno delle istituzioni europee sia un male. Tutto il contrario, l’Italia lavora da anni per sviluppare una politica estera e di sicurezza comune che consenta all’Unione di esprimersi con un’unica voce sulla scena mondiale. Un fatto che ci rafforza, non ci indebolisce. E di certo non si può dire che l’Italia non giochi un ruolo fondamentale nella politica estera dell’Unione, visto che è l’italiana Federica Mogherini a guidarla. No, la risoluzione approvata al Parlamento Europeo è un ottimo fatto, che sostiene e rafforza la soluzione individuata dal Governo italiano e l’azione del ministro Gentiloni.

7) Siamo a Varese e le faccio due nomi: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Finalmente libere. Ma le polemiche sul pagamento di un riscatto sono forti…

In questo momento, ora che sono state liberate, provo solo una grandissima gioia per la loro liberazione e mando loro un caloroso abbraccio. In questi mesi, il sentimento era di dolore e apprensione per due ragazze che anche a Milano si sono spese molto per l’accoglienza dei rifugiati.

8) La strage a Charlie Hebdo ha fortemente messo in discussione i rapporti tra mondo islamico e occidente…

I fatti di Parigi sono atti di terrorismo atroce. Dei criminali, con il falso pretesto della religione, hanno ucciso delle cittadine e dei cittadini innocenti. Charlie Hebdo sarà per sempre il simbolo di chi non lascia vincere il terrorismo, e afferma con tutti gli strumenti i valori della libertà e dei diritti. Ma, al contempo, l’eccidio di Parigi e l’avanzata dell’Isis nel mondo impongono certamente una riflessione più profonda: per comprendere davvero la natura del messaggio culturale e religioso dell’Islam e per spiegarci le contrapposizioni che sono nate al suo interno. Una riflessione che ha molto che fare sia con le regole che ci dobbiamo dare all’interno della nostra società che con i nostri rapporti internazionali e la nostra presenza economica, culturale e militare nel mondo.

9) In un saggio uscito in Francia nel 2012 “ Langue fantome “ l’editor di Gallimard Richard Millet denunciava «la visione lenitiva di un ‘esotismo’ a domicilio, dietro il quale ci si rifiuta di considerare che il canto del muezzin sancirebbe la morte della cristianità». Lei questo rischio lo vede?

No, l’Europa sembra essere stata contagiata dal dibattito sul declino del sistema plurale che si fa strada ciclicamente negli Stati Uniti. Io credo si debba restare saldi e fermi nei nostri valori, pur affrontando seriamente la minaccia fondamentalista.

10) All’indomani della strage a Charlie Hebdo lei ha scritto su Facebook: «Dobbiamo pensare a come non lasciarci imbarbarire». Ci ha pensato?

I terroristi hanno usato strumentalmente la religione per una barbarie. Ora alcuni politici utilizzano strumentalmente il terrorismo per demonizzare una religione e i comportamenti di milioni di persone che nulla hanno a che fare con il fondamentalismo. Io, come ho detto, credo che non dobbiamo lasciarci imbarbarire dai barbari e non possiamo arretrare sulle nostre conquiste di libertà. Tuttavia, questo non significa che non si debbano offrire delle risposte adeguate per neutralizzare il pericolo e garantire la sicurezza. Il Governo ha già pronto un pacchetto di misure antiterrorismo, che vanno dal rafforzamento dei controlli di polizia, anche sul web, all’estensione delle misure di prevenzione già applicabili ai mafiosi, fino all’introduzione di nuove importanti fattispecie di reato e allo scambio di informazioni e dati relativi ai passeggeri sugli aerei. Inoltre, dovremo combattere i terroristi nel loro retroterra strategico. Bisognerà però identificare con chiarezza il nemico – non c’è solo l’Isis, ma anche Boko Haram, le milizie somale di Al Shabaab, una parte dei combattenti in Libia, alcune formazioni integraliste nel Sinai – e distinguere le situazioni in cui si può combattere la guerra contro il terrorismo.

11) Salvini l’ha definita «una maestrina triste».

Quando troverò qualcosa da imparare da Salvini sarò molto felice.

12) E quando il suo nome circolava come possibile Ministro degli Esteri spifferi di Farnesina sussurravano: «Secchiona ma leggerina».

La prendo come un complimento. È bello che qualcuno riconosca che ho fatto degli sforzi per studiare e allo stesso tempo, malgrado abbiamo da non molto passato i trent’anni, percepisca ancora una certa leggerezza in me.

13) Mi sembra di ricordarla nel 2013 nella campagna #OccupyPd contro l’intenzione dei vertici del partito di far nascere il Governo Letta con una maggioranza basata sulle larghe intese. Scusi, ma il Governo Renzi su che cosa poggia?

Non ho mai partecipato a #OccupyPd. Nel periodo immediatamente successivo alle elezioni di febbraio 2013 il dibattito politico si è infiammato, anche all’interno del Partito Democratico. Insieme a tanti altri, nella federazione di Milano mi sono impegnata per la realizzazione di una piattaforma, quella di #OpenPd, per fare emergere in modo più ordinato ed efficace le opinioni degli iscritti, dei simpatizzanti e degli elettori. Quanto alla mia opinione personale, sono sempre stata dell’idea che occorresse dare vita al più presto a un nuovo governo, per avviare il percorso di riforme. Ne è passata di acqua sotto al ponte. E per fortuna possiamo dire di avere fatto importanti progressi.

14) Gesualdo Bufalino sosteneva che «Il sonno è di destra, il sogno è di sinistra». Il suo sogno?

Da grande poeta quale era, Bufalino esprime con parole bellissime l’idea che la destra si chiude nella conservazione e la sinistra si apre al progresso. Politicamente è spesso così, ma come essere umani abbiamo o dovremmo avere tutti lo stesso sogno di vivere in un mondo più giusto e più equilibrato.

15) Varese esiste ancora nella sua vita?

Varese esisterà sempre nella mia vita. È il luogo dove sono nata, stampato sulla mia carta d’identità, e dove vivono ancora affetti importanti, come gli zii e i cugini.

16) Perché la sinistra non sfonda nel Varesotto?

Non è vero che non sfonda, alle scorse elezioni europee il Pd ha più che doppiato la Lega e Forza Italia. E le Province di Varese e Como, dopo oltre un ventennio d‘incontrastato dominio politico leghista, sono passate al centrosinistra. Anche questo territorio ha bisogno di cambiamento.

17) Se le dico Malpensa ed Expo pensa a due problemi oppure a due risorse?

Avere uno dei principali eventi globali e un grande aeroporto internazionale a pochi chilometri è potenzialmente un’enorme risorsa anche per Varese. L’auspicio è che l’amministrazione comunale e regionale facciano di più per metterla a frutto. Per Expo è previsto l’afflusso di più di venti milioni di visitatori. Io mi sto impegnando affinché questo straordinario richiamo si traduca in un vantaggio per il turismo e l’occupazione in tutta la regione. Varese, con i suoi gioielli paesaggistici e culturali – come il Sacro Monte e il Palazzo e i Giardini Estensi – non deve rimanere nell’ombra.

18) L’ultimo film visto?

The imitation game.

19) L’ultimo libro letto?

Poesie di Umberto Fiori.

20) L’ultimo errore fatto…

L’attività politica, con i tanti appuntamenti nazionali e internazionali, è molto frenetica e caotica. Come ricercatrice conducevo una vita più tranquilla e orientata alla riflessione. Così, a volte mi rimprovero per il fatto di avere dimenticato un appuntamento, o per non avere trovato il tempo di approfondire una questione come ero abituata a fare. Sono occasioni per perfezionarsi nell’organizzazione, e provare a migliorare se stessi.

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